Gruppo Astrofili Arezzo | La Cometa ISON
1256
post-template-default,single,single-post,postid-1256,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,qode-title-hidden,qode_grid_1300,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-10.1.1,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

La Cometa ISON

Mancano ormai poche ore prima che la ISON raggiunga il punto più vicino al Sole (perielio) tentando di superare la più grande difficoltà del lungo viaggio che l’ha portata fino al Sistema Solare Interno.

Scoperta nel Settembre 2012 quando era ben più lontana di Giove, è passata vicinissima a Marte i primi di Ottobre del 2013 (7 milioni di Km) e, all’approssimarsi al Sistema Solare Interno, ha subito ben 3 outburst. Un outburst è un incremento improvviso della luminosità della cometa a causa di un incremento improvviso dell’attività del nucleo. A volte questi fenomeni possono essere distruttivi e frammentare il nucleo cometario, ma, fin’ora, non lo sono stati per la ISON.

Il primo outburst si è verificato a metà Ottobre, il secondo il 14 di Novembre che ha reso la cometa visibile ad occhio nudo poco prima dell’alba, il terzo il 19 Novembre facendo inizialmente supporre una frammentazione del nucleo.

Qualche ora prima di diventare inosservabile dalla Terra (a causa della vicinanza al Sole), il 25 di Novembre, si è verificato un nuovo, strano, evento: il nucleo cometario della ISON è apparentemente “sparito”. La sua luminosità è calata improvvisamente di 20-25 volte lasciando però, ben visibile, la lunga coda dietro di se.

Questo evento ha fatto inizialmente pensare alla disgregazione del nucleo, ma questa ipotesi è stata superata con successive osservazioni da parte delle sonde spaziali.

In queste ore (18:37 UTC) la ISON sta per superare il perielio, se davvero riuscirà a sopportare il violentissimo vento solare e le intense forze di marea a cui sarà sottoposta, non sappiamo bene come ne emergerà: se sarà una Grande Cometa come da tempo viene annunciato ben visibile ad occhio nudo nel cielo serale, oppure se sarà un nucleo cometario inattivo rilevabile unicamente da strumenti ottici avanzati.

Quale che sia il suo destino, la ISON ha gia avuto un forte impatto mediatico, non ci resta che sperare che sia stato un interesse ben risposto e che quella “palla di neve sporca” di 5km di diametro che passerà a 60 milioni di kilometri dalla Terra, ci regali un autentico spettacolo.




Admin
webmaster@arezzoastrofili.it
No Comments

Post A Comment