12 Mag 10-11 maggio 2024: il raro fenomeno dell’aurora – Report
Gli ingredienti erano quasi tutti presenti.
Quelli “tecnici”:
- la presenza di una gigantesca regione attiva nel Sole (denominata AR3664; puoi leggere l’articolo a riguardo a questo link );
- la produzione di numerosi intensi brillamenti provenienti da questa regione già dai primi giorni della sua comparsa
- un accrescimento rapidissimo della AR (activity region) che le fa raggiungere le dimensioni pari a 16 volte quella della Terra
- il verificarsi di numerosi episodi di CME (coronal mass ejection, eruzioni di massa coronale) in una rapida successione definita “cannibale” che hanno fatto schizzare l’indice di attività geomagnetica Kp a 8 (o G4, grave)
- Direzione del flusso (alla modica velocità di 2.500.000 km/h): pianeta Terra
Quelli “osservativi”
- assenza della Luna (o debole presenza)
- cielo sereno
- zona a ridotto inquinamento luminoso
Mancava la certezza che potesse accadere: il fenomeno delle aurore é raro alle nostre latitudini ed é dal 2003 che non si verificava una tempesta geomagnetica di tale portata.
10 maggio 2024: poco dopo le ore 22, si é palesata la prima gigantesca ondata CME che ci ha investiti qualche ora prima intorno alle 19:45; le particelle cariche del vento solare sono penetrate profondamente nel campo magnetico nella regione dei poli entrando in collisione con le molecole presenti nell’atmosfera terrestre, principalmente ossigeno e azoto, eccitandole. Nel ritornare al loro stato normale, é avvenuto il rilascio di energia sotto forma di luce che assume un colore diverso a seconda della tipologia dell’atomo eccitato tra cui verde, rosso, blu e viola. Il colore verde è il più comune ed è causato dall’interazione delle particelle cariche con l’ossigeno ad altitudini tra circa 100 e 300 chilometri sopra la superficie terrestre. Il colore rosso, invece, è spesso associato all’ossigeno ad altitudini superiori, intorno ai 300 chilometri o più. Altri colori, come il blu e il viola, possono essere causati dall’interazione con l’azoto atmosferico.
Il raro fenomeno è stato osservato – a occhio nudo – in tutte le regioni del Nord e del Centro, con svariati avvistamenti anche in Sardegna, Abruzzo, Molise, Basilicata, Sicilia e Puglia.
Ore 00:54 italiane: il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) eleva a Kp 9 l’indice di disturbo del campo magnetico planetario classificandola come “tempesta geomagnetica estrema” e con il trascorrere delle ore é andato via via esaurendosi.
Questo é quello che, come Arezzo Astrofili, abbiamo documentato: con lo stupore, l’incredulità, la felicità e la consapevolezza di essere
diretti spettatori di un EVENTO STORICO.
L’evento é stato sicuramente il più potente di questo ciclo solare che deve ancora raggiungere il picco, segno di una attività particolarmente intensa che farà del Sole sicuramente un osservato più che speciale
Grazie (e complimenti!) a: Lorenzo Sestini, Rossando Del Vigna, Cristina Donati, Cristina Graverini, Valeria Mori, Fabio Chi e Luca Martinelli per gli stupendi scatti e la produzione del time-lapse di questo articolo
Image credit: lorenzosestini.it
Image credit: Rossano Del Vigna
Image credit: lorenzosestini.it
Image credit: Cristina Graverini
Video credit: Luca Martinelli
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