Gruppo Astrofili Arezzo | “Halloween! Dalle stelle alla zucca e ritorno”
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“Halloween! Dalle stelle alla zucca e ritorno”

Il 31 ottobre sarà Halloween e via a via che ci avviciniamo a tale data compariranno decorazioni come ragni, pipistrelli e zucche. Ma questa “festa”, il cui tema principale sembra la morte, ha origini molto lontane nel tempo, per arrivare fino agli astri osservati dai Celti!

I Celti erano un popolo di pastori e i ritmi della loro vita erano scanditi dai tempi che l’allevamento del bestiame richiede. Per loro l’anno nuovo iniziava il 1° novembre, quando terminava ufficialmente la stagione calda e iniziava quella del freddo e delle tenebre. Questo passaggio veniva celebrato con lunghi festeggiamenti chiamati Samhain (dal gaelico Samhuinsummer’s end). I frutti del campo e il bestiame venivano messi al caldo e al sicuro, e la comunità poteva riposare e ringraziare gli dei per i beni ricevuti.

Il tema della morte era molto in sintonia con quello che in effetti avviene in questo periodo in natura: la vita sembra fermarsi, la terra si raffredda e si riposa per la primavera successiva. Il Samhain veniva ritenuto dai Celti un momento talmente sacro e senza tempo che il velo, che per loro divideva la terra dei vivi da quella dei morti, si assottigliava a tal punto da permettere che gli spiriti dei defunti potessero tornare dalla landa della felicità dove si trovavano fino sulla Terra. Per questo motivo la celebrazione mescola la paura della morte con l’allegria dei festeggiamenti e in Irlanda si diffuse l’usanza di accendere torce e candele dentro delle rape svuotate, lasciando anche cibo e latte per le anime dei defunti, perché potessero rifocillarsi senza fare scherzi ai viventi.

Credits: NASA/jpl-caltech

I Druidi Celti erano degli scrupolosi osservatori del cielo e si basavano su un Calendario lunare con un mese aggiunto ogni 5 anni. Il loro anno era diviso in due sole stagioni, la metà Chiara (estate) e la metà Scura (inverno). La festa di Samhain era, al contrario dell’Halloween di oggi, una data variabile, cioè durante il novilunio più vicino alla data stabilita per convenzione e, da un’iscrizione sul calendario rinvenuto a Coligny, si capisce che i giorni di festeggiamenti erano addirittura tre.

Recenti ricerche1 hanno aggiunto qualche novità, portando ad una lettura diversa del Calendario di Coligny oltre alle sole lunazioni. Infatti uno studio attento ha portato a vedere lo schema di Coligny come una complessa tavola di previsioni planetarie, e prima di tutto di Mercurio che era anche la divinità più importante per i Celti. I Druidi osservavano attentamente il cielo e soprattutto Mercurio nelle massime elongazioni orientale e occidentale, quando la sua visibilità raggiungeva le migliori condizioni, e questo calendario consente di determinare la posizione rispetto al Sole e la fase di Mercurio con un’approssimazione di circa 1 giorno ogni 30 anni. Infine va detto che la Terra taglia il piano dell’orbita di Mercurio nei mesi di Maggio e Novembre, proprio in corrispondenza delle principali feste dei Celti.

C’è quindi un collegamento stretto tra lo spirito di Samhain e le feste del 1° e 2 novembre e soprattutto in Halloween, che deriva dalla forma arcaica contratta di “all hallows‘ eve”, dove hallow significa Santo. Molto più tardi gli Irlandesi immigrati in America al posto delle rape trovarono le zucche e così sono arrivate fino a noi, in una festa che è un misto fra paura e allegria, ma che alla sua nascita unisce i ritmi della natura a quelli delle stelle.

Cristina Graverini

1 G. Cossard, I Cieli Perduti. Archeoastronomia: le stelle dei popoli antichi, Milano, UTET, 2018, pagg. 248-252

Mika
miketta@gmail.com
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