Gruppo Astrofili Arezzo | LA COSTELLAZIONE DI PEGASO
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LA COSTELLAZIONE DI PEGASO

Il cielo pieno di stelle racconta tante storie e tanti miti e tra questi c’è anche quello di Pegaso, il più famoso dei cavalli alati.

Image Credit: Stellarium

Pegaso è una costellazione osservabile facilmente nel cielo serale da Giugno e Gennaio ed è riconoscibile per le sue stelle più visibili che formano un quadrilatero, l’asterismo detto Quadrato di Pegaso. Questa area di cielo non è particolarmente ricca di oggetti perché non è sulla Via Lattea, ma contiene tuttavia degli oggetti interessanti.

Vediamo intanto le stelle principali di questa costellazione.

Enif (epsilon pegasi), dall’arabo Al-Anf (naso), probabilmente ha questo nome dalla sua posizione sul “muso” di Pegaso. È una Supergigante arancione e anche una variabile irregolare lenta. Questa stella è 150 volte più grande del nostro Sole ed è distante da noi 672 anni luce. È la stella più brillante e la più occidentale della costellazione.

Scheat (beta pegasi) è una Gigante rossa distante da noi 199 anni luce. Scheat in arabo significa “stinco”, ma probabilmente questo nome si riferisce ad un’altra costellazione preesistente che non esiste più e di cui non abbiamo più notizia. Questa stella ha già esaurito l’idrogeno presente nel nucleo, è uscita dalla sequenza principale e perde la sua massa tramite il vento solare a ritmi molto elevati rispetto al nostro Sole.

Markab (alpha pegasi): è una Gigante azzurra distante da noi 140 anni luce. Il suo nome viene dalla frase in arabo Al-markab al-faras cioè “la sella del cavallo”.

Algenib (gamma pegasi) è una Subgigante azzurra ed è una stella variabile beta cephei e insieme a Mirzam e Hadar è una delle stelle più luminose di questa classe di variabili. Si è anche scoperto che è una binaria spettroscopica e la sua compagna minore di cui ancora non abbiamo dati certi, potrebbe trovarsi a sole 0.15 una dalla principale

Matar (eta pegasi) è una Gigante gialla. Il suo nome deriva dall’arabo al-sa’ad al matar e significa “stella fortunata della pioggia”. Matar è anche una stella multipla che forma una coppia con una stella bianca di sequenza principale separate fra di loro di 3 UA.

Sirrah, ad oggi appartenente alla costellazione di Andromeda, Markab, Schedar e Algenib formano l’asterismo noto come Quadrato di Pegaso.

51 pegasi invece è un pianeta extrasolare ed è il primo ad essere stato scoperto.

Stelle doppie

La costellazione di Pegaso al suo interno ha anche delle stelle doppie, alcune delle quali di facile risoluzione.

1 Pegasi è una coppia di stelle arancioni ed è facilmente risolvibile per la loro grande separazione.

3 Pegasi è di più semplice osservazione ed è una coppia di stelle bianco-giallastre separate di quasi 40”.

Ci sono anche delle stelle variabili alla portata di strumenti amatoriali. Tra le Mireidi le più luminose sono R Pegasi e S Pegasi che hanno lo stesso tipo di oscillazione con un periodo di quasi un anno.

Oggetti del profondo cielo

La costellazione di Pegaso si estende in una parte del cielo non oscurata da polveri galattiche, quindi, offre all’osservatore anche alcuni interessanti oggetti del profondo cielo. Nella parte occidentale c’è M15 che è un ammasso globulare tra i più luminosi e osservabile anche con un binocolo.

NGC7331 è invece una galassia spirale vista quasi di taglio e individuabile anche con un piccolo telescopio come una macchia allungata.

Image Credit: NASA/JPLCaltech/M. Regan/STScI and the SINGS Team/Daniel Bramich (ING) and Nik Szymanek

Il Quintetto di Stephan è un gruppo visuale di cinque galassie (NGC 7317, NGC 7318A, NGC 7318B e NGC 7319 NGC7320 e fu anche il primo gruppo di galassie ad essere scoperto. L’astronomo francese Stephan lo scoprì nel 1877 e secondo alcuni studi, non tutte queste galassie si troverebbero realmente vicine fra loro: infatti NGC 7320 si trova molto probabilmente in sovrapposizione casuale per via della nostra linea di osservazione, mentre le restanti sembrano essere relativamente vicine fra loro.

Image Credit: NASA, ESA, CSA, STScI

NGC7217 è una galassia a spirale distante da noi 50 milioni di anni luce e la sua caratteristica principale è la presenza di diversi anelli concentrici di stelle nel suo nucleo. Tre sono principali e il più esterno è quello più ricco di gas e conseguentemente ha il numero più alto di nascite nella popolazione stellare. Altri anelli più interni sono stati osservati da Hubble e questo fa pensare che queste regioni centrali abbiano subito diversi starburst. Anche la presenza di due distinte popolazioni di stelle fa pensare ad una fusione di NGC7217 con altre galassie vicine più piccole.

NGC1 è una galassia a spirale poco luminosa che dista da noi circa 188 milioni di anni luce e fu scoperta da Heinrich Louis d’Arrest nel 1861. Ha una scarsa luminosità, per questo è poco appariscente ed è nota più che altro perché è catalogata con il numero 1 nel New General Catalogue.

Un po’ di mitologia

Image Credit: Gerard Mercator (1512-1594) – The Mercator Globes at Harvard Map Collection

La storia di Pegaso si intreccia con quella dei protagonisti del mito di Andromeda. Il suo nome, Pegaso, viene generalmente fatto derivare dalla parola greca per “Cavallo di Gran forza”, ma potrebbe derivare anche dalla parola “sorgente” perché nacque dal terreno bagnato dal sangue versato dal collo di Medusa che si trovava in occidente alle “sorgenti dell’Oceano”. Dopo aver ucciso Medusa, Perseo salì in groppa a Pegaso e corse verso oriente dove poi il suo destino si incontrerà con quello di Andromeda. Pegaso in seguito fu affidato a Bellerofonte che lo domò grazie alle briglie che gli aveva donato Athena. Bellerofonte lo cavalcò compiendo molte imprese, tra le quali quello di uccidere Chimera. Dopo la morte di Bellerofonte il cavallo fu fatto salire in cielo per servire gli dei. Pegaso è il protagonista anche di altri racconti o aneddoti: ad esempio nella gara di canto tra le Muse e le Pieridi il monte Elicona con il canto si era ingigantito a tal punto da minacciare il cielo. Pegaso così dovette intervenire e colpì il monte con lo zoccolo. In quel punto nacque una sorgente d’acqua che fu chiamate Ippocrene. Il monte finalmente si “sgonfiò” e la sorgente stessa diventò sacra per le muse.

Buona osservazione del cielo e buon divertimento con le costellazioni!

Cristina

Cristina Graverini
criedan@inwind.it
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