Gruppo Astrofili Arezzo | M COME… MESSIER
8287
post-template-default,single,single-post,postid-8287,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,, vertical_menu_transparency vertical_menu_transparency_on,qode-title-hidden,qode_grid_1300,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-10.1.1,wpb-js-composer js-comp-ver-5.7,vc_responsive

M COME… MESSIER

Ci sono tanti oggetti celesti che noi amiamo osservare e che sono identificati con una sigla che comincia per M: M1, M11, M42 e così via. Ma come mai si chiamano così? Partiamo dall’inizio. Intorno alla metà del 1700 un astronomo francese, Charles Messier si era posto come obiettivo quello di scoprire nuove comete.

Image Credit: Ansiaux (1729—1786) (??) – Stoyan R. et al. Atlas of the Messier Objects: Highlights of the Deep Sky. — Cambridge: Cambridge University Press, 2008. — P. 15

In quel periodo l’attenzione degli astronomi era infatti tutta concentrata sulla ricerca delle comete e di una in particolare di cui Halley aveva previsto il ritorno per il 1758.

Messier si mise ad osservare così il cielo di Parigi con il suo telescopio e a stilare una lista di tutti gli oggetti fissi che non erano stelle, ma poiché risultavano nebulosi all’osservazione, potevano essere scambiati per comete e per questo motivo non dovevano essere presi in considerazione per la sua ricerca. Il primo oggetto fu catalogato appunto il 28 agosto 1758 ed è conosciuto oggi con il nome di M1 o Nebulosa Granchio, visibile nella costellazione del Toro. M1 con la M di… Messier! Con il tempo la lista diventò sempre più lunga e gli oggetti erano molto eterogenei fra di loro: ammassi aperti o globulari, nebulose o galassie che per Messier erano comunque tutti “oggetti nebulosi”.

Nell’immagine seguente c’è la prima pagina del suo catalogo, con i numeri degli ammassi e la loro descrizione data da Messier.

Image Credit: Stoyan R. et al. Atlas of the Messier Objects: Highlights of the Deep Sky — Cambridge: Cambridge Univ.Press, 2008. — P. 39.

La prima edizione del suo catalogo comprendeva 45 oggetti che diventarono ben 110 nel corso del XX secolo. Con il nome di Catalogue del Nébuleuses et des Amas d’Etoiles diventò il primo catalogo di oggetti del cielo che però non erano stelle. Lo scopo iniziale era quello di aiutare gli altri cacciatori di comete come lo era Messier prima e tutti gli osservatori del cielo poi, a distinguere degli oggetti che risultavano fissi nel cielo ma “diffusi” e confondibili per comete.

Per Messier questo catalogo non era un’opera importante, ma nel tempo è divenuto talmente celebre che si tengono anche le “Maratone di Messier”, cioè competizioni tra astrofili che prevedono di osservare e annotare i dettagli di tutti gli oggetti del catalogo in una sola notte. Non è una cosa molto facile perché questi oggetti sono tutti presenti nel cielo boreale, ma non sono distribuiti uniformemente sulla sfera celeste e, di conseguenza, è possibile osservarli tutti nell’arco di una sola notte solo in un determinato periodo dell’anno.

Una selezione degli oggetti Messier visti da HubbleST . Image Credit: NASA, ESA/Hubble and the Hubble Heritage Team

Generalmente le date consigliate sono le notti di luna nuova del mese di marzo.

Buona esplorazione!

Cristina

Cristina Graverini
criedan@inwind.it
No Comments

Sorry, the comment form is closed at this time.