Gruppo Astrofili Arezzo | Obbiettivo Marte: le missioni spaziali concluse (con successo!)
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Obbiettivo Marte: le missioni spaziali concluse (con successo!)

Marte, l’ultimo dei pianeti terresti dopo Mercurio, Venere e Terra; il pianeta fin’ora conosciuto più simile alla Terra e oggetto di un cospicuo numero di esplorazioni sin dagli albori della tecnologia spaziale a partire dal 1964.

Nel precedente articolo che potete trovare al seguente link, sono state elencate le missioni spaziali dirette verso il pianeta Rosso ancora in corso di svolgimento.

Vediamo adesso quelle si sono concluse con “successo” per il raggiungimento degli obbiettivi primari.

Mariner 4, Mariner 6, Mariner 7, Mariner 9 – NASA

Sonde del programma di esplorazione spaziale interplanetaria in fly-by (sorvolo e reperimento immagini) di Venere, Marte, Mercurio nota come Programma Mariner.

Lanciata nel 1964, Mariner 4 raggiunse Marte nel 1965 e riuscì a scattare 22 fotografie rivelando (con un briciolo di delusione..) un pianeta con  porzioni di aree con numerosi crateri mentre altri strumenti di bordo evidenziarono la mancata presenza di campo magnetico.  Le Mariner successive, 6-7-9, raggiunsero anch’esse Marte riuscendo a scattare durante l’ultima missione ben 7326 foto

La sonda Mariner 4 nei lab. JPL – Credit NASA/JPL

Mars 3 (Orbiter + Lander) – Agenzia Spaziale Russa (Roscosmos)

Sonda dell’Agenzia Spaziale Russa facente parte del Programma Mars: l’orbiter  entrò regolrmente in orbita marziana compiendo un totale di 20 orbite; il lander fu regolarmente sganciato ma interruppe le trasmissioni poco dopo l’atterraggio (per altro riuscito benissimo). Il lander di Mars 3 ha il primato di essere il primo veicolo costruito dall’uomo a giungere integro sulla superficie marziana. L’orbiter inviò, per tutta la durata della missione, numerosi dati per lo studio della superficie, dell’atmosfera e dei campi magnetici planetario e interplanetario

Mars 3 orbiter – Credit: NASA

Viking 1 e Viking 2 (Orbiter + lander)– NASA

La missione Viking é probabilmente una delle più entusiasmanti nell’esplorazione di Marte. Sonde “gemelle” dotatate entrambe del proprio lander, entrarono in orbita di Marte nel 1976. Mentre gli orbiter ottenevano immagini ad alta risoluzione della superficie marziana e caratterizzavano struttura, la composizione dell’atmosfera e della superficie del pianeta i due lander atterrati regolarmente in due siti distinti (Chryse Planitia per Viking 1 Lander e Utopia Planitia per Viking 2 Lander) procedevano con gli studi chimci/biologici. Sia lander che orbiter hanno operato molto più a lungo rispetto alla data di fine missione prevista (+ 4 anni per l’orbiter, +6 anni per il lander).

Viking 1 – Credit: NASA

Mars Observer – NASA

Sonda spaziale progettata per lo studio della geologia e il clima di Marte nell’ambito del Programma Planetary Observer. I risultati furono solo parzialmente raggiunti a causa di un improvviso perdita dei contatti con la sonda

Mars Global Surveyors (orbiter) – NASA/JPL

Lanciata nel 1996 la sonda ha portato a termine, nei suoi 10 anni di operatività sia la missione primaria che quella estesa. I principali obiettivi erano la caratterizzazione della superficie e dei suoi mutamenti, monitoraggio continuo della meteorologia, osservazione ed analisi dei siti. La Mars Orbiter Camera a bordo raccolse più di 240.000 immagini

Dettaglio schematico dotazione strumentale della Mars Global Surveyors – Credit: NASA/JPL

Mars Pathfinder (Lander + rover) – NASA/JPL

La prima missione su Marte che ha previsto l’utilizzo di un rover. Mentre Mars Pathfinder (lander) lavorava come stazione meteorologica il rover Soujouner cominciava l’esplorazione del sito di atterraggio analizzando rocce e superficie. La perfetta riuscita del sistema di atterraggio del lander, costituito da una specie di involucro tipo airbag e l’efficienza del rover, consentirono l’utilizzo di questo tipo di tecnologie nelle missioni successive. In quesi 3 mesi di missione sono stati ottenuti 16500 immagini provenienti dal lander e oltre 500 dal rover, in aggiunta alla grande quantità di dati scaturiti dalle analisi del suolo.

Plus: Ringraziamo Mars Pathfinder e Soujouner per aver permesso a Mark Watney (The Martian) di poter riprendere i contatti con la Terra 😉

Il roverino Soujouner – Credit: NASA

Mars Exploration Rover (rover) – NASA

Dopo l’apripista del roverino Soujouner, gli scienziati della NASA nel 2003 hanno inviato su Marte altri due rover identici, i ben noti Spirit e Opportunity, in due distinti siti; utilizzando il già collaudato sistema di atterraggio su airbag i due rover hanno ampiamente studiato terreno e rocce allo scopo di raccogliere indizi di una remota presenza di acqua su Marte. La dotazione scientifica era composta da alcune telecamere panoramiche e di navigazione, spettrometri, strumenti abrasivi in grado di scavare le rocce.

Spirit: la missione avrebbe dovuto durare almeno 90 giorni, finì con il festeggiare 6 anni di avventura marziana e oltre 7 chilometri di percorso tra i crateri.

Opportunity: la missione prevista di 90 sol é rimasto operativo fino al 10 giugno 2018 con un complessivo di oltre 42 km percorsi.

La quantità di dati e immagini inviate e analisi prodotte dai due rover é, come si può immaginare, consistente e preziosa.

Uno dei tanti selfie di Opportunity datato 11/10/2019 – Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

Phoenix Mars Lander (lander) – NASA

Missione del 2007 per lo studio di eventuale presenza di acqua nell’ambiente marziano e la possibilità di sopravvivenza di forme microbiche su di esso. La sonda é atterrata nei pressi della calotta polare settentrionale utilizzando i propulsori per modulare la discesa. Gli strumenti scientifici includevano una fotocamera per le immagini durante la discesa, strumenti meteorologici, braccio robot e il microscopio per le analisi chimiche e batteriologiche. Portata a termine la missione primaria con campionamenti e dati la missione é stata dichiarata conclusa tre mesi dopo il termine previsto.

Rappresentazione della Phoenix Mars Lander – Credit: NASA/JPL/Corby Waste

Roberta Gori

Immagine di copertina:

Il Mars Rover Opportunity della NASA cattura la propria ombra nel tardo pomeriggio in questa vista illuminata verso est attraverso l’Endeavour Crater su Marte.

Credit: NASA/JPL-Caltech/Cornell/Arizona State Univ.

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Mika
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